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Il linguaggio del gatto

Le fusa del gatto

Una vecchia fiaba tedesca racconta che per salvare il suo innamorato una principessa fu costretta a filare diecimila matasse di filo in un mese. Ma non ce l’avrebbe mai fatta se non fosse stata aiutata dai suoi gatti. Così, per ricompensarli, la principessa fece dono ai suoi piccoli amici delle fusa, cioè del suono prodotto dai fusi del filatoio quando girano. Una fiaba affascinante, che ci richiama alla mente il mistero che circonda quel tipico rumore che il nostro micio emette quando ci sta vicino e si lascia fare le coccole. Perché il gatto fa le fusa? E’ vero che le emette solo quando è contento?

Quel che è certo, è che le fusa hanno un effetto sorprendente sulle persone. A volte mi capita di osservare le reazioni di chi, camminando in un parco si trova improvvisamente di fronte ad un micio, magari sbucato da una siepe. La persona in questione si china per accarezzarlo e rimane come con il fiato sospeso, in attesa di sentire le fusa. Poi, quando avverte il caratteristico rumore del micio felice, il suo viso si apre nel più sincero dei sorrisi. Questo accade perché tutti sanno che che le fusa sono “il sorriso” del gatto, cioè il suo modo per esprimere il buonumore, la gioia e l’amore. Però in realtà, le fusa esprimono un po’ tutti gli stati d’animo compresa la sofferenza o la noia.

E sono una vera e propria forma di comunicazione. Ad esempio, rappresentano uno dei primi “dialoghi” tra mamma gatta e i suoi piccoli. La micia infatti inizia a fare le fusa durante il parto e poi i cuccioli appena nati avvertono le vibrazioni, insieme al calore del corpo, e riescono ad orientarsi raggiungendo il ventre della madre per la poppata. Attraverso le fusa il gatto “parla” anche con noi. Se le ascoltiamo con attenzione noteremo che non sono sempre uguali ma che variano di intensità e di frequenza, descrivendo tutta una intera gamma di sentimenti. Un esempio? Più le fusa sono irregolari e più il piacere del gatto è intenso. Mentre se sono uniformi, basate sempre sullo stesso ritmo, significa che il micio comincia ad essere annoiato o stanco.

Come si è detto, quel suono che tanto ci attrae, può anche indicare uno stato di sofferenza. Ne ho avuto la prova qualche tempo fa quando la mia gatta Kundry è rimasta vittima di una brutta occlusione intestinale. Aveva la febbre, se ne stava tranquilla nella sua cesta e faceva la fusa, anche se nessuno la stava accarezzando.

Il significato di questo comportamento è ancora sconosciuto (come molti altri aspetti del nostro piccolo amico, del resto), ma le ipotesi che si fanno sono davvero affascinanti. Nel suo libro “The tribe of tiger”, Elizabeth Marshall Thomas, riferisce un fatto curioso. La studiosa dice di avere incontrato in Africa una persona che era stata aggredito da un leone e che si era miracolosamente salvato. L’uomo, che era un missionario, raccontava come il leone lo avesse afferrato con le fauci ad una spalla e lo avesse portato nel folto della foresta. Ma affermava anche di non avere provato ne dolore ne paura ma di essere rimasto come ipnotizzato da una sorta di ronzio che proveniva dal corpo dell’animale. La Marshall Thomas conclude avanzando l’ipotesi che le vibrazioni delle fusa nei felini potrebbero provocare un rilascio di endorfine, cioè sostanze calmanti, capaci di fare rilassare la preda che in questo modo cesserebbe di lottare, abbandonandosi al suo destino. E le fusa potrebbero anche aiutare gli stessi felini nella guarigione dalle malattie. Un fatto straordinario, se si pensa che recenti studi hanno dimostrato come le fusa del gatto siano davvero terapeutiche, in grado di portare, con le loro vibrazioni, giovamento a chi soffre di dolori reumatici.

ROBERTO ALLEGRI

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