Il gatto e il denaro
Ieri sera ho rivisto “Gli Aristogatti”, il bellissimo film a cartoni della Disney? I protagonisti sono la gatta Duchessa e i suoi tre cuccioli, Minou, Matisse e Bizet. Nel film, i gatti sono nominati eredi di un patrimonio da una eccentrica attrice parigina.
Quello di lasciare i propri averi ai gatti o ai cani non è un fatto raro nella realtà. Capita spesso invece che anziani magnati o nobildonne lascino il loro intero patrimonio ai propri animali, indicati legalmente nel testamento come unici eredi delle loro fortune. Non solo, ma spesso vengono inserite nelle ultime volontà delle clausole molto precise che obbligano i parenti più prossimi ad occuparsi nel migliore dei modi degli animali per poi diventare, a loro volta, gli eredi legittimi.
Una recente indagine ha rivelato che negli USA il numero di persone che includono nel testamento anche gli animali di casa, il cane o il gatto o addirittura il pappagallo, sono in continuo aumento. Molti sono gli esempi diventati famosi o addirittura finiti sul Guinness dei Primati per il consistente ammontare delle cifre lasciate in eredità. Nello Stevenson Center della A&M University in Texas vivono quattro cani e sette gatti che hanno ricevuto ciascuno dai loro padroni ben 25.000 dollari. Sono naturalmente animali ben trattati, curati e vezzeggiati e all’interno del Centro, che è una clinica veterinaria, possono muoversi a loro piacimento. Curioso è anche l’accordo che i coniugi McNulty del Kansas hanno stipulato con la Kansas State University. Se i McNulty dovessero morire prima dei loro sei Bassethound, l’Università riceverà mezzo milione di dollari ma in cambio dovrà trovare ai cani una nuova sistemazione in una famiglia che non solo sia disposta a voler loro bene ma che dimostri di essere anche congeniale al carattere degli animali.
Nel 1991 a New York si fece un gran parlare dei gatti Damon e Pythias che avevano ereditato dal loro padrone un favoloso attico a Manhattan sulla Fifth Avenue dal valore di 750.000 dollari. E nel 1992 il micio Cyrus di Bridgeport nel Connecticut ricevette in eredità una casa del valore di 850.000 dollari. Pare che la casa avesse cinquanta stanza e che in ognuna ci fosse una cassettina per i bisognini del micio. Famoso è stato anche il gatto Charlie Chan, erede di una proprietà valutata oltre 250.000 dollari. Il testamento prevedeva che alla morte del gatto l’intero patrimonio fosse poi donato a diverse associazioni umanitarie. Nel 1963 il gatto Brownie, di San Diego in california, divenne uno dei mici più ricchi quando il suo padrone gli lasciò oltre 412.000 dollari e strepitosa è la cifra che il milionario americano Ben Rea ha donato, qualche anno fa, ad una associazione che si occupa di gatti randagi: ben 14 milioni di dollari. In Francia, una coppia rimasta anonima ha lasciato in eredità ad un ente che aiuta i mici senza casa l’incredibile cifra di 60 milioni di dollari.
Pazzie? Estrosità da ricconi? Può darsi. Ma si tratta anche di situazioni che rivelano un grande amore per gli animali da parte di persone che si preoccupano in tutti i modi del futuro delle proprie bestiole.
Forse rappresentano un caso diverso le cifre da capogiro spese per acquistare un micio da concorso. Ci sono infatti razze molto rare o campioni di bellezza che vengono venduti a prezzi astronomici. Nel 1997, ad esempio, un esemplare di California Spangled, una razza americana nata nel 1971, è stato acquistato per 24 mila dollari cioè quasi 20 mila Euro. E nel 1996 in Thailandia il proprietario di una prestigiosa coppia di gatti ha voluto dare per i suoi piccoli amici una suntuosa festa di nozze che è costata oltre 16.000 dollari.
Roberto Allegri