Gatti in difficoltà senza la coda.
Ci sono gatti che non hanno la coda. Non si tratta tanto di sfortunati animali che l’hanno perduta in seguito ad un incidente ma di vere e proprie razze selezionate proprio con questa bizzarra caratteristica fisica. Il Manx, ad esempio, il Cymric, il Bobtail sono gatti che presentano un misero “pompon” al posto della coda oppure la totale assenza dell’estremità, cosa che rende la loro parte posteriore perfettamente sferica.
La mancanza della coda ha un fine puramente estetico. Non esiste una ragione concreta per avere gatti senza la loro appendice se non il voler ottenere animali “particolari” ed “esotici”. Ma non si può fare a meno di discutere su ciò che la mancanza della coda comporta. E non è una questione di gusti. Come spesso accade, le razze animali ottenute dall’uomo attraverso le varie selezioni, rispondono a criteri di estetica o moda e quasi mai tengono conto dei problemi che invece possono causare.
Andiamo con ordine. Prima di tutto, la coda è un importante mezzo di comunicazione. Senza di essa i gatti hanno maggiori difficoltà ad esprimersi. Attraverso la coda infatti, mandano diversi segnali, chiari e soprattutto visibili anche da una certa distanza. Segnali che anche le persone imparano facilmente a decifrare. Tutti sanno che se un micio tiene la coda alta con la punta leggermente piegata significa che è rilassato e che vuole interagire con il prossimo. E’ l’atteggiamento tipico del nostro piccolo amico quando ci viene incontro per salutarci. Ed è altrettanto chiaro il messaggio lanciato da una coda che si muove nervosamente a destra e a sinistra: vuol dire che il gatto è irritato e che può anche diventare pericoloso.
Questi sono solo alcuni esempi. Esiste tutta una gamma, ricca di sfumature, di sottili e articolati messaggi che i gatti inviano tramite le coda. E ovviamente un micio che ne è sprovvisto si trova con un grosso handicap comunicativo. E’ un po’ come accade per i cani. Anche tra di loro vi sono razze alle quali, per tradizione, viene amputata la coda. Ma per fortuna sono sempre di più i Dobermann, i Boxer, i Bovari delle Fiandre o gli Schnautzer (solo per citarne alcuni) che vengono presentati ai concorsi di bellezza integri, cioè nel loro aspetto naturale, coda compresa. Accadrà la stessa cosa anche nel mondo delle esposizioni feline? Staremo a vedere.
Vi è però un altro aspetto della vita dei gatti che viene fortemente penalizzato dalla mancanza della coda: l’equilibrio. I gatti si servono della coda per mantenere l’assetto in due situazioni molto delicate, quando corrono e quando cadono. I mici possono raggiungere notevoli velocità nella corsa grazie a muscoli e ad articolazioni particolarmente elastiche. Ma la cosa sorprendente sono i cambiamenti di direzione, fulminei e improvvisi. Sono importanti quando i gatti inseguono una preda oppure quando fuggono dall’attacco di animali più grandi di loro. I cambiamenti di direzione possono essere effettuati grazie alla coda che diventa una sorta di timone. E quindi senza di essa i gatti risultano più indifesi e cacciatori meno abili. Non solo, ma la coda è indispensabile nel movimento di caduta. Quando un gatto cade da un albero assume una posizione particolare, con le zampe rivolte sotto di sé, che gli consente di ammortizzare l’impatto col terreno. Anche se inizia a cadere di schiena, nel giro di qualche frazione di secondo si gira su se stesso, in un movimento così rapido che può essere svolto in soli 60 centimetri. Durante la caduta, è la coda a controbilanciare la rotazione e impedire quindi al micio di girarsi troppo. Senza la coda dunque, è come se il gatto non avesse un pezzo importante del suo “paracadute incorporato”.
ROBERTO ALLEGRI