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Curiosità sul mondo dei mici

Il gatto volante

C’è un modo di dire, “Cascare in piedi come un gatto” che indica la capacità di sapersela cavare in ogni situazione. Un frase che si addice a persone capaci e fortunate, piene di risorse, in grado di capovolgere al meglio le brutte situazioni. Ma è anche una frase che trae origine da una straordinaria dote atletica del gatto. La natura lo ha infatti dotato di un sofisticato sistema di atterraggio che gli consente di sopravvivere a cadute anche di dieci metri senza riportare alcun danno fisico.

Il gatto è un vero atleta, lo sanno tutti. Noi che viviamo con lui abbiamo imparato a considerare normali le acrobazie, i salti, le arrampicate degne del più spericolato alpinista. Eppure, quando qualcosa va storto e il gatto manca la presa durante un balzo, ecco l’attimo di paura e di apprensione attanagliarci il cuore. E’ successo anche a me qualche giorno fa. La mia gatta Quickly si era arrampicata sul noce e si era seduta a contemplare il panorama appollaiata su una biforcazione a circa cinque metri dal suolo. Da lassù mi guardava con curiosità. Improvvisamente ha deciso di scendere e ha fatto per saltare giù. Io ho sentito il cuore in gola e ho trattenuto il fiato mentre lei si è sistemata in posizione, ha fatto un balzo nel vuoto ed è atterrata perfettamente sulle zampe, dirigendosi poi a coda alta verso la ciotola della pappa, come se niente fosse successo. Facendo un piccolo calcolo e considerando che Quickly è lunga circa trenta centimetri, sarebbe come se io fossi saltato da 28 metri rimanendo incolume!

La struttura del gatto è “progettata” proprio per questo tipo di prestazioni. La sua colonna vertebrale è estremamente elastica e le vertebre sono collegate le une alle altre in modo piuttosto libero così che possano assorbire l’urto con il terreno. Inoltre sotto le zampe ci sono morbidi cuscinetti carnosi che, al termine di una caduta, funzionano come quattro piccoli airbag. Quando il micio sta cadendo sistema le zampe di fronte a lui, arcua la schiena per assorbire meglio l’urto e proteggere gli organi interni e tiene la coda diritta per controbilanciare il movimento. Questa è la posizione migliore per atterrare, e il gatto la assume istintivamente in pochissimi istanti. Anche se infatti perde la presa durante un’arrampicata e inizia la caduta di schiena, nel giro di qualche frazione di secondo si gira su se stesso per avere le zampe sotto il corpo. Il movimento è talmente rapido che può essere svolto in soli 60 centimetri e per studiarlo, gli esperti hanno dovuto filmarlo e poi rivederlo un fotogramma alla volta.

Non si deve però pensare che il micio sia in grado di volare! Cadute anche di sei o sette metri possono essere davvero pericolose. Il gatto può fratturarsi le zampe o il collo e quindi se abitiamo ai piani alti di un palazzo, evitiamo di lasciare le finestre aperte incustodite. Solo pochi gatti particolarmente fortunati e dotati sono sopravvissuti cadendo da grandi altezze. Si hanno notizie di mici rimasti illesi dopo un volo anche di venti piani. Famoso è stato Serafino, un gatto che qualche anno fa dalle parti di Sondrio, sopravvisse cadendo da un campanile di 45 metri. Un fatto simile accadde anche nel 1973 a Forest Hill in Canada. Un micio di nome Gros Minou cadde dal balcone di un palazzo, da un’altezza di cento metri. Anche se riportò una frattura alla pelvi, rimase vivo. Ma forse l’episodio più incredibile è accaduto a Long Island negli Stati Uniti. Un gatto siamese di otto anni di nome Cognac è precipitato per 335 metri da un aeroplano leggero e miracolosamente è sopravvissuto alla caduta.

ROBERTO ALLEGRI

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