Il gatto che fece fortuna
Un gatto, specie se pigramente sdraiato su un divano, potrebbe sembrare l’animale preferito da chi ama la tranquillità, l’ozio, da chi detesta fare fatica, da chi desidera una vita sempre uguale e senza sorprese. E invece non è così.
Anche se amante della calma e delle abitudini, il micio è il beniamino degli arrivisti, delle persone che si dannano per fare carriera, di coloro che hanno l’argento vivo addosso e non riescono mai a stare fermi.
A dimostrazione di questo fatto la passione che grandi scrittori, famosi per la prolificità del loro lavoro, hanno avuto per i gatti come ad esempio Georges Simenon, Alexander Dumas, William Burroughs oppure Charles Bukowski. Non solo, ma una ricerca eseguita dall’Università di Warwick in Inghilterra ha messo in luce un dato molto curioso: le persone che ricoprono incarichi di grossa responsabilità, come i dirigenti di azienda, sono anche grandi amanti dei gatti. A condurre la ricerca sono state la dottoressa June McNicholas e la dottoressa Glyn Collis, che hanno esaminato numerosi campioni di persone giungendo alla conclusione che gli ambiziosi, coloro che vogliono fare carriera, cerchino nel contatto con un animale domestico un valido aiuto per combattere lo stress.
E’ come se il micio di casa fosse una valvola di sfogo per tutta la tensione nervosa che viene accumulata durante la giornata di lavoro. Ciò è dimostrato anche dalla medicina ufficiale che ha ormai decretato come i gatti (ma anche i cani e quasi tutti gli altri animali domestici) siano in grado con la loro presenza di infondere calma e far diminuire il battito cardiaco, la pressione e la conduttività della pelle. Passare un’oretta accarezzando un micio significa raggiungere i risultati che normalmente si ottengono solo dopo settimane di terapie di rilassamento e di meditazione.
A dare ulteriore valore allo studio dell’ateneo inglese c’è il lavoro svolto da Aline e Robert Kidd, ricercatori presso l’Università della California. Hanno analizzato la personalità di 200 possessori di gatti, dimostrando come gli amanti dei mici si facciano rapidamente strada nella vita, abbiano un forte senso di indipendenza, siano dotati di grande astuzia e riescano facilmente a nascondere i loro sentimenti, caratteristiche che li facilita nel lavoro.
Quindi dirigenti, manager, politici, presidenti e sindaci di importanti città pare siano tutti veri “gattofili”.
E proprio un sindaco è al centro di una antica leggenda inglese.
Richard Whittington fu per tre volte sindaco di Londra, negli anni a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento. Aveva umili natali, rimase orfano in tenerà età ma divenne un ricco mercante e poi primo cittadino di Londra grazie al proprio gatto. Il giovane Richard viveva in campagna, pativa una grande miseria, e così un giorno decise di andare a Londra, città che a quel tempo era considerata talmente ricca da avere le strade pavimentate d’oro. Ma nella grande città, Richard non riusciva a trovare lavoro da nessuna parte e stava quasi per morire di freddo e di fame quando incontrò il signor Fitzwarren, ricco mercante, che lo assunse come stalliere. Lo mise a dormire in una piccola stanza, riparata ma piena di topi e, per poter viverci, Richard prese un gatto. In poco tempo il micione debellò i roditori, diventando così il bene più prezioso posseduto dal suo padrone. Un giorno il signor Fitzwarren chiese ai suoi dipendenti di investire, se volevano, i loro averi in una spedizione per il Marocco. Richard possedeva solo il gatto e, a malincuore ma con la speranza di un buon affare, affidò l’amato animale alla nave in partenza per l’Africa. Nessuna decisione fu più azzeccata. Il re dei Berberi infatti apprezzò moltissimo il gatto inviato da Richard perché lo aiutò a combattere una invasione di topi che stava portando sul lastrico il regno. Anni dopo, il gatto fece ritorno in Inghilterra portando con sé dignitari del re con una montagna d’oro per Richard. Il giovane orfano divenne così ricchissimo e potè dedicarsi alla vita politica.
ROBERTO ALLEGRI