Quando il gatto diventa insicuro
Tutti i proprietari di gatti sono d’accordo su una cosa: se esiste una cosa di cui il micio non difetta è proprio la fiducia in se stesso. E si tratta di una fiducia addirittura proverbiale.
Pochi altri animali possono gareggiare col micio in fatto di coraggio e tenacia. Di questo, chi vive con un gatto, ne ha la prova ogni giorno. La curiosità senza limiti spinge l’animaletto di casa ad essere temerario e a volte anche imprudente. Ma nulla sembra fargli paura. Il micio si arrampica sui rami più alti degli alberi del giardino, esibendosi in scalate degne del più grande alpinista; cammina sui cornicioni a decine di metri dal suolo con un equilibrio che fa invidia agli artisti del circo; scavalca le recinzioni per mettersi a passeggiare come niente fosse nelle proprietà di grossi cani da guardia, nell’intento di sfidarli e pronto a scattare fulmineo per mettersi in salvo. Tutto si può pensare del nostro piccolo amico, tranne che sia insicuro, pieno di timore, indeciso sul da farsi.
Purtroppo è un’idea che col tempo cambia. Infatti, proprio come succede anche alle persone, i gatti invecchiando perdono la loro baldanza. Capiscono di non essere più forti e veloci come prima, sentono di non possedere più quelle doti fisiche strabilianti che li rendono tra i migliori atleti del regno animale, avvertono gli acciacchi della vecchiaia e la loro sicurezza cala drasticamente. Finiscono per spaventarsi facilmente, magari perché sono diventati un po’ sordi, oppure diventano titubanti nel saltare, magari perché non ci vedono più tanto bene.
Allora si comportano come fossero dei cuccioli e cercano la loro mamma. E dal momento che i padroni sono considerati come dei genitori, i mici anziani si attaccano ancora di più alle persone di casa. Cercano di non separarsene mai. Chiedono le coccole, saltano sulle ginocchia di chiunque si sieda in poltrona, esigono persino di stare a tavola pur di non allontanarsi da chi si occupa di loro. Quando vengono lasciati soli, anche per poche ore, miagolano disperati oppure, infastiditi per un tale comportamento, si mettono a sporcare fuori dalla cassettina.
Vanno in crisi specialmente di notte, quando tutti i componenti della famiglia si ritirano per dormire. Chi vive con un micio anziano è senza dubbio abituato ad essere svegliato a ore piccole dal miagolare insistente e straziante, oppure dalle zampine che tirano le coperte come per scoprire del tutto la persona addormentata. La ragione di un simile comportamento sta nel fatto che il gatto cerca a tutti i costi un contatto fisico e si tranquillizza solamente quando il padrone si è alzato, lo ha accarezzato, magari ha giocato un po’ lui oppure gli ha riempito la ciotola di croccantini. Il micio vuole essere certo che non ci si è dimenticati di lui ed è soddisfatto nel vedere che ci si dà da fare per renderlo contento. Conosco persone che dormono pochissimo per colpa del loro gatto ma dal momento che sono coscienziose e capiscono che il loro animale non agisce così per cattiveria, sopportano e comprendono. Infatti è difficile trovare un rimedio a questo bizzarro comportamento felino. E’ importante ricordare che la terza età (che il micio raggiunge in genere dopo gli otto, nove anni di vita) è per lui una fase delicata. Si deve cercare di essere molto comprensivi. Se non si vuole essere destati nel cuore della notte per stare un po’ in sua compagnia, facciamolo dormire sul letto accanto a noi. Lui si sdraierà a contatto con la nostra schiena o appoggiato ad un nostro fianco e sarà capace di restare immobile per tutta la notte, tranquillo di non essere solo. Oppure si può sistemare la sua cesta vicino al comodino, in modo da poterlo raggiungere e accarezzare semplicemente allungando un braccio. La cosa che non va fatta invece è quella di chiuderlo in un’altra stanza. Se cerca il contatto fisico con noi è perché si sente ansioso e preoccupato e perciò bloccarlo lontano dalla nostra presenza non fa che accrescere la sua inquietudine.
Roberto Allegri