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Il comportamento

del gatto

E se il gatto diventa cattivo?

<<Stai attento>>, mi ha detto la signora Clelia quando ha visto che mi avvicinavo al suo gatto persiano. <<Stai attento perché è un gatto cattivo. Morde!>> Ho seguito il suo consiglio allora, ho salutato il micio senza invadere il suo spazio e senza allungare le mani verso di lui. E così ho evitato i terribili morsi che la sua padrona mi aveva prospettato.

Ma esistono davvero gatti “cattivi”? Davvero esistono gatti che aggrediscono le persone, che cercano di far loro del male?

Ovviamente no. Nessun gatto è cattivo. Come qualsiasi altro animale, escluso l’uomo, il micio non è in grado di far del male per il solo piacere di recare sofferenza. Nemmeno quando vediamo un gatto giocare atrocemente con un topo ferito possiamo pensare che il suo sia un sadico divertimento. Sappiamo bene che anche in quel momento sta semplicemente seguendo le regole della sua natura, che gli impongono di essere predatore e di insegnare i segreti della caccia ai cuccioli usando una preda ancora viva. Ci sono però occasioni in cui i gatti reagiscono in modo violento verso le persone. E in un modo del tutto inusuale: mordendo. Uno studio statistico, realizzato in Texas, ha evidenziato come ogni anno negli Stati Uniti un milione di persone viene morsicato dai gatti. Lo studio ha dimostrato proprio questo fatto curioso: è mordere, e non graffiare, la forma di aggressione più diffusa dei gatti verso gli esseri umani. E c’è di più. La maggior parte dei casi riguarda persone ferite dal proprio micio, dall’animale di casa.

Gatti mordaci e pericolosi, dunque? Non proprio, lo studio texano si riferisce a gatti che hanno reagito con dei morsi alle insistenti manipolazioni, alle coccole troppo prolungate. Vista così, la cosa non è una novità. Tutti coloro che vivono con un gatto sanno che le carezze lo possono infastidire. Il micio si lascia toccare e sembra anche gradire. Ma all’improvviso decide che il contatto fisico è stato sufficiente e senza perdere tempo esprime chiaramente, con gli artigli e, a quanto pare, coi denti, il suo stato d’animo.

Ma la sua non è cattiveria. Un simile comportamento fa semplicemente parte del carattere felino. Il dottor Stephen Budiansky, autore di importanti saggi sugli animali domestici, sostiene in un suo libro che il gatto ha una soglia molto limitata di sopportazione alla stimolazione tattile. Sensazioni che in un primo istante sono per il micio piacevoli, come le carezze, diventano in fretta talmente insopportabili da costringerlo a reagire in modo anche violento. Dobbiamo ricordare che per un gatto accettare di farsi accarezzare non è un comportamento naturale ma deve essere acquisito. Il micio deve imparare a fidarsi delle persone fin da piccolo ed ecco perché se un gattino non entra in contatto con gli esseri umani nelle prime settimane di vita crescerà timoroso e anche eccessivamente aggressivo.

E allora come dobbiamo comportarci per evitare di infastidire il nostro piccolo amico e impedirgli, eventualmente, di mordere? Dobbiamo smettere completamente di coccolarlo? Niente di tutto questo. Prima cosa, non tutti i gatti sono così insofferenti. Alcuni amano a tal punto le carezze da addormentarsi quando vengono toccati a lungo. E poi il gatto non attacca mai senza aver avvisato delle proprie intenzioni. Se quando lo coccoliamo, il nostro micio muove nervosamente la coda a destra e a sinistra, se emette cupi brontolii, se apre la bocca e scopre i denti, se appiattisce le orecchie sulla testa ci sta mandando inequivocabili messaggi che vanno tenuti presenti. Ci sta dicendo in tutti i modi di lasciarlo in pace. E se a questo punto noi insistiamo, poi non possiamo lamentarci se il risultato è un morso o una graffiata. In questi casi è anche sbagliato tentare di calmare prendendolo in braccio, perché afferrandolo si peggiorano solo le cose.

Roberto Allegri

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