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Curiosità sul mondo dei mici

I GATTI CONTRO LA PESTE

L'inimicizia tra gatti e topi è risaputa ed è entrata a far parte di proverbi, canzoni, favole, ballate. Ed è stata anche la ragione per la quale gli uomini hanno deciso di occuparsi dei piccoli felini. Nell'antico Egitto infatti si cominciò ad addomesticare mici selvatici proprio per difendere gli immensi granai del Faraone dall'assalto dei roditori.

Ma il gatto cacciatore ha avuto un'importanza molto più grande, addirittura aiutando lo sviluppo della nostra civiltà. E' la tesi del professor Donald Engels, autore di un affascinante saggio intitolato "Storia del gatto". Secondo Engels, che insegna all"Università del Kansas, uccidendo i topi il gatto ha difeso, all'inizio della civiltà, le prime società umane dalle oltre trentacinque malattie pericolose portate proprio dai roditori. Solo nel Medioevo, quando i gatti furono sterminati a decine di migliaia per motivi religiosi, le difese contro i ratti vennero meno e questo fu uno dei motivi del dilagare della terribile epidemia di peste bubbonica che in Europa costò la morte di circa 20 milioni di persone.

Il professor Engels spiega che le civiltà classiche, greca e romana, furono immuni per più di un millennio alla peste. Ciò è dovuto alle efficientissime norme igieniche adottate da greci e romani e all'abitudine di accudire molti gatti nelle città, per tenere lontani i ratti neri, portatori della malattia.

Nel Medioevo invece l'epidemia prese il sopravvento. La peste, che fu detta Morte Nera, ebbe inizio nel 1346 e continuò fino al 1351 colpendo Europa, Asia e Nordafrica. In Europa costò la vita a quasi metà della popolazione e dopo il primo scoppio ci furono anche una serie di epidemie minori la più gravi delle quali fu quella del 1630 di cui parla anche Manzoni nei "Promessi sposi". Durante questo triste periodo le credenze religiose non contribuirono a migliorare la situazione. I gatti venivano sterminati, le condizioni igieniche personali annullate perché si riteneva che la santità si ottenesse con il totale disinteressamento del proprio corpo, e i ratti proliferavano. Solo a Londra durante l'epidemia del 1660 furono uccisi 200 mila gatti e 40 mila cani e nulla si fece invece contro i roditori che riempivano le strade.

Fu l'ennesima dimostrazione di come l'uomo si fidi poco della Natura e dei suoi rimedi. I gatti infatti avrebbero potuto risparmiare le sofferenze di migliaia di persone.

ROBERTO ALLEGRI

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