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Curiosità sul mondo dei mici

IL GATTO SENSITIVO

Quando torno a casa da un viaggio, mi diverto sempre nel vedere le diverse reazioni dei miei animali. I cani mi dimostrano, con giocosa irruenza, tutta la loro gioia, abbaiando, scodinzolando, cercando di leccarmi il viso, afferrandomi le maniche della giacca se, per un attimo, smetto di accarezzarli. I miei gatti invece non si fanno nemmeno vedere. Allora li cerco e li trovo sul solito divano a riposare. Distrattamente si accorgono della mia presenza e mi salutano senza troppo entusiasmo, con un’occhiata annoiata, come se mi avessero visto un attimo prima e non fossi invece stato lontano per dei giorni. Dunque si disinteressano di me? No, so benissimo che non è così. Piuttosto ho l’impressione che sappiano già del mio arrivo prima ancora che il cancello d’ingresso si apra. Ma come è possibile? I gatti leggono davvero nel pensiero come vogliono alcune tradizioni popolari? Hanno dei poteri misteriosi?

Tutte le persone che vivono con un micio sanno bene che sono innumerevoli le occasioni in cui viene spontanea la frase: “Il mio gatto è un sensitivo”. Sembra infatti che avverta tutto in anticipo, che per lui non ci siano segreti, che possieda “facoltà paranormali”. Ma è davvero così?

Gran parte delle sue eccezionali qualità dipendono dai sensi. Un udito superfino, un olfatto prodigioso, una vista che funziona anche al buio, sono “strumenti” talmente sofisticati da permettere al micio di “vedere” una realtà molto più ampia di quella che è alla nostra portata. Per questa ragione in passato il gatto era considerato un essere soprannaturale e c’era chi lo venerava come un dio, come gli antichi egizi, e chi invece lo riteneva diabolico e infernale come accadeva nel Medio Evo.

Come facciano però i sensi a permettere al gatto di avvertire l’arrivo dei padroni con ore di anticipo, oppure come lo mettano in condizione di ritornare a casa coprendo incredibili distanze, ancora non è chiaro. Quel che è certo, è che oggi le doti del nostro amico non solo sono riconosciute e studiate ma addirittura utilizzate. Ad esempio nella previsione dei terremoti.

Nel 1975 i sismologi cinesi ordinarono l’evacuazione in massa della cittadina di Hai Cheng, nei pressi della Grande Muraglia, ventiquattro ore prima che una forte scossa sismica devastasse tutta la zona. Un vero disastro fu così scongiurato. Ma il fatto incredibile è che gli esperti non si erano serviti di sofisticati strumenti di misurazione. Avevano semplicemente osservato il comportamento dei gatti che, diverse ore prima delle scosse, si erano agitati in modo strano, dimostrandosi terribilmente inquieti e cercando disperatamente di uscire dalle case, portando con sè anche i loro piccoli. Quello che avvenne in Cina scatenò una vera rivoluzione nel mondo scientifico e diede il via a tutta una serie di studi. Le ipotesi avanzate sono affascinanti. Il professor Helmut Tributsch, biochimico presso il Fritz Haber Institut della Max Planck Gesellschaft di Berlino, sostiene che i gatti sono in grado di percepire nell’atmosfera la presenza di particelle cariche, che vengono sempre liberate in gran numero prima di un sisma. E il famoso dottor Ernst Kilian, che studia il rapporto gatti-terremoti fin dal 1960, afferma invece che riescano in qualche modo ad avvertire anche le lievi scosse che precedono sempre di svariate ore quelle più forti e distruttrici.

Tutto sommato, un’ennesima ragione per guardare con rispetto ancora maggiore, il piccolo folletto che dorme sul divano.

ROBERTO ALLEGRI

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