Quando il gatto se ne va.
E’ già quasi mezzanotte e la mia gatta Amneris ancora non si vede. E’ uscita verso le otto per fare una passeggiata ma ormai è buio fitto e sto cominciando a preoccuparmi. Vado a cercarla, la chiamo ad alta voce. Setaccio il giardino, giro attorno alla legnaia, mi spingo fino al vecchio fienile ma inutilmente. Ritorno allora verso a casa, col cuore stretto in una morsa ed eccola lì! Se ne sta davanti alla porta con aria indispettita, come se fosse colpa mia se non ha ancora potuto mettersi comoda al suo posto sul divano. In fin dei conti, sembra volermi dire, aveva solo deciso di prolungare il suo giretto serale.
A volte il nostro micio ci fa davvero spaventare. Senza lasciare trasparire le sue intenzioni, sparisce all’improvviso per ricomparire dopo qualche ora oppure anche dopo giorni. Durante la sua assenza ci sentiamo morire. Lo cerchiamo, battiamo i dintorni, chiediamo ai vicini se l’hanno visto e ci figuriamo il peggio. Poi ce lo ritroviamo davanti come sbucato dal nulla, con la coda diritta in segno di saluto. Per lui è come se non fosse successo niente.
Allora il nostro primo impulso è quello di sgridarlo, se non altro per sfogare in qualche modo l’ansia che ci ha fatto provare. Ma dobbiamo trattenerci: ci sono sempre delle ragioni dietro alla fuga di un gatto.
Una delle cause può essere l’amore. Se viviamo con un gatto maschio, dobbiamo aspettarcelo. Il micio troverà irresistibile allontanarsi da casa durante il periodo in cui le femmine sono in calore e comunicano, con un odore particolare, di essere disposte all’accoppiamento. Il gatto innamorato torna a casa anche dopo una settimana, dimagrito e pieno di graffiate, segni delle lotte sostenute con gli altri maschi, suoi rivali di corteggiamento.
La maggior parte delle volte però, i mici decidono di “cambiare indirizzo” quando si verificano delle novità nel loro ambiente domestico. L’arrivo di un bambino ad esempio, o l’acquisto di un altro animale oppure la presenza di un ospite sconosciuto, sono tutte variazioni della routine che infastidiscono il gatto. Per reagire, il nostro piccolo amico può anche decidere di andarsene, quasi per dimostrare il suo disappunto. In genere però non si allontana molto ma resta, non visto, nei paraggi a spiare la situazione. Dopo qualche giorno, spinto anche dalle mancanza dei pranzetti che gli prepariamo, torna ad occupare il suo posto e nel suo sguardo c’è un che di avvertimento, come se dicesse: “La prossima volta non mi faccio più vedere! Siete avvisati!”
Non dobbiamo avercela con lui ma essere pazienti. Prendere la decisione di vivere con un gatto comporta anche qualche piccolo sacrificio, è bene non dimenticarlo. Evitiamo pertanto di cambiare le sue abitudini e quando però qualche novità è necessaria, lasciamo che il gatto vi si abitui un po’ alla volta. Se poi gli lasciamo anche una stanza tranquilla a disposizione dove rifugiarsi lontano da tutto, eviteremo che senta il bisogno di “riflettere” lontano da casa. Il fatto di avere la casa a sua completa disposizione può soddisfare il suo senso della proprietà, dandogli la certezza di avere tutto sotto controllo.
Ma se abbiamo davvero paura di lasciarlo uscire, possiamo cercare di distrarlo dai propositi di "esploratore" facendo leva sulla sua curiosità. Rendiamo l'ambiente in cui vive il più stimolante possibile con giochini dalle forme strane, contenitori dove nascondersi, cuscini nuovi dove appisolarsi. E teniamo anche in considerazione la sterilizzazione, operazione che fa perdere al gatto gran parte del suo entusiasmo per la vita all’aria aperta.
ROBERTO ALLEGRI