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L' inventore della lettiera

La lettiera per il gatto

Chiunque viva con un gatto, usa la lettiera. La speciale sabbia da mettere nella cassettina iginieca del micio è uno dei prodotti più diffusi in assoluto nelle case di chi ama gli animali. Ma chi è stato ad inventare la lettiera? Ce lo siamo mai chiesti? Fu un americano del Minnesota, che nel 1947 ebbe una fortunatissima intuizione. A quel tempo chi aveva un gatto usava mettere segatura o terra nella vaschetta, materiali che però non garantivano la perfetta igiene e dovevano essere sostituiti completamente più volte al giorno. Il giovane Edward Lowe, il cui padre aveva una ferramenta, pensò di utilizzare allo scopo l’argilla granulata ed essiccata che serviva per assorbire le macchie di umidità e di grasso nelle officine. Preparò dei sacchetti da cinque chili e vi scrisse sopra “Argilla per Gatti”. La propose ai clienti del negozio che possedevano un micio e fu un successo. Il prodotto andò a ruba. Edward Lowe si mise a venderla prima nella ferramenta del padre e poi iniziò a rifornire i supermercati della zona. Quando morì, nel 1995, Edward Lowe era plurimiliardario.

Una cosa a prima vista semplice, la lettiera per il micio. Ma quante regole per il suo corretto uso! E se non si rispettano, il gatto prende spesso una decisione drastica: smette di usare la sua cassetta.

Molte delle persone che abbandonano il gatto per le strade o nei ricoveri lo fanno perché il proprio animale si era messo a sporcare in giro per casa. E’ una cosa impossibile da credere per chi ama gli animali. E non solo perché risulta davvero difficile pensare di poter allontanare un micio per una ragione che di certo non è grave. Ma anche perché si tratta di un problema di facile soluzione e che spesso risulta essere solo un’incomprensione tra il padrone e l’animale.

Il gatto è pulitissimo e abitudinario. Fa i suoi bisognini solo nella sua cassettina e la velocità con cui, sin da cucciolo, impara ad usarla è sempre sorprendente. Basta metterlo sulla sabbia perché istintivamente si metta a scavare e, da quel momento, a sporcare solo lì dentro. Ma a volte si rifiuta di mettere in pratica “la buona educazione”. E se questo accade, ha un solo significato: il micio ha urgenza di dire qualcosa. Il suo è un disagio, un disappunto. Qualcosa che lo tormenta e lo costringe a sporcare fuori dalla lettiera. Un gesto che è una specie di richiesta d’aiuto verso i suoi padroni.

Se il nostro gatto si comporta così, prendiamo in esame tutte le ipotesi prima di arrabbiarci con lui. Spesso la colpa è nostra. Può darsi che lo abbiamo lasciato solo per troppo tempo e allora il suo è un pretendere più attenzione. In questo caso dedichiamoci a lui, coccoliamolo e in nostra assenza lasciamo in giro qualche indumento in modo che il micio possa avvertire il nostro odore e mettersi a dormire su un vecchio maglione.

Può anche darsi che abbiamo posizionato la cassettina nel posto sbagliato. La vaschetta con la lettiera va messa in un posto tranquillo, riservato, lontano dalla confusione, dove il micio si senta protetto e dove possa ritirarsi senza essere osservato. E soprattutto lontano dalla zona dove ci sono le ciotole per la pappa. Nessun gatto mangia vicino a dove sporca: questa è una regola fondamentale.

Molto spesso, la maleducazione del gatto è una protesta contro la poca igiene. Se noi non puliamo la cassettina, il micio può sentirsi autorizzato a sporcare altrove. Invece la lettiera andrebbe ripulita almeno due volte al giorno e la cassettina svuotata e lavata almeno una volta alla settimana.

Infine, il suo comportamento può essere legato al tipo di sabbia usato. Non tutti vanno bene e anche i gusti del gatto sono da tenere in considerazione. In commercio ve ne sono di ogni genere da quelle a base di argilla a quelle a base di trucioli, da quelle assorbenti a quelle che una volta usate diventano concime per le piante. A quelle profumate. E sono queste ultime che, spesso, non piacciono al gatto. Gli aromi di pino o menta possono andare bene per noi ma anche risultare nauseanti al fine olfatto del micio.

ROBERTO ALLEGRI

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