Toccare il micio.
Dagli Stati Uniti arriva la notizia che i gatti sono gli animali preferiti di chi lavora in borsa. I ricercatori dell’Università di New York hanno scoperto che le persone esposte ogni giorno ad un forte stress psicofisico, come gli agenti di borsa di Wall Street, riescono a trovare effetti calmanti e stabilizzanti accarezzando il proprio gatto.
Ma il micio cosa dice a proposito? A lui piace essere accarezzato e coccolato? La risposta è: certamente sì. A patto però che si rispettino alcune fondamentali regole.
Scrisse Miguel de Cervantes: “Chi gioca con i gatti deve aspettarsi di venire graffiato”. Evidentemente anche il creatore di Don Chisciotte era stato punito dal proprio gatto per essersi preso troppe libertà. Ma capita a tutti coloro che vivono con un micio.
Mentre giochiamo con lui, o mentre lo stiamo accarezzando, lo vediamo cambiare di colpo atteggiamento e assestarci una decisa una zampata o un morso. Un comportamento che può anche essere preso per antipatico e che ha dato al gatto la fama di essere infido e traditore. La realtà è però diversa.
Nonostante ami le dimostrazioni di affetto, il micio non sopporta le troppe attenzioni, insistenti e prolungate. Gli piace essere accarezzato e toccato ma senza esagerazioni. Allora come si fa per capire quale è il modo giusto? Basta osservare il nostro piccolo amico.
Quando due gatti amici si incontrano e si salutano, lo fanno annusandosi e leccandosi rapidamente, mantenendo il contatto allo stretto necessario. Ecco, noi dobbiamo fare lo stesso. Quando salutiamo il nostro piccolo amico usiamo singole e brevi carezze.
Se invece è lui a cercare con insistenza le nostre attenzioni (le mie gatte fanno così sempre dopo cena), in questo caso imitiamo “mamma gatta”, grattandolo dolcemente e lisciandogli il pelo con la mano, proprio come faceva la sua mamma con la lingua.
I giapponesi, un popolo che ama molto i gatti, tengono dei veri e propri corsi yoga, dove si insegna come massaggiare e fare rilassare i piccoli felini. Possiamo provare. Quando il mostro micio ha voglia di coccole, cominciamo ad accarezzarlo lentamente dalla testa alla coda, nel verso del pelo. Quindi, con la punta delle dita, iniziamo una serie di movimenti circolari lungo i fianchi e dietro il collo. Per la parte anteriore del collo invece, usiamo dei movimenti verticali, stando attenti a non schiacciare la trachea. Accarezziamo anche le zampine, separando con delicatezza ogni dito e terminiamo massaggiando la pancia.
Ricordiamo che quando il nostro gatto si lascia toccare l’addome, ci sta dando una straordinaria prova d’amore. La zona del ventre, sede della maggior parte degli organi vitali, è infatti la più delicata e vulnerabile del corpo e durante le liti con gli altri gatti, viene sempre tenuta al di fuori della portata degli artigli e dei denti. Se si lascia accarezzare in quel punto, significa che si fida ciecamente di noi.
Quanto a prenderlo in braccio, ricordiamo che solo per noi è una dimostrazione di affetto. Per il gatto non lo è. Sentirsi sollevare da terra è per lui una cosa innaturale e sgradevole. Non tutti i gatti lo apprezzano. In molti sono subito pronti a ribellarsi, aggrappandosi ai vestiti impauriti. E’ però un “trattamento” necessario, al quale si deve abituare il micio fin da piccolo. Tenendolo in braccio, infatti possiamo compiere tutte le operazioni necessarie alla sua salute come ad esempio ispezionare il pelo alla ricerca di qualche pulce o spazzolarlo.
E’ però sempre sbagliato afferrarlo per la collottola. Può essere tollerato da un cucciolo, ma un gatto adulto è troppo pesante e si rischia di fargli male ai muscoli del collo. Per sollevare il micio, si deve posizionare una mano sotto il suo torace, all’altezza delle zampe anteriori, e tenere l’altra mano dietro le zampe posteriori, in modo da formare una specie di gabbia che sostiene tutto il peso del corpo.
Roberto Allegri